Eh sì, pare proprio che il detto sia ancor più vero in questi ultimi anni. Dopo un inizio d’autunno molto mite ed umido, quasi un proseguimento naturale della calura estiva, sull’Appennino ci si è ritrovati improvvisamente in Inverno, con neve a quote relativamente basse e vento forte di tramontana. Poi, eccoci di nuovo con temperature miti…boh??! 😀
Di certo è l’ennesima riconferma di mancanza totale delle mezze stagioni, con clima completamente sbilanciato, dove è ricorrente il passaggio da un estremo all’altro.
Caldo estivo infinito, alla fine di Agosto regnava ancora incontrastato
Molti i frutti presenti sulle piante, come le corniole mature
le farfalle approfittavano degli ultimi fiori di stagione
mentre nei boschi stava per iniziare quella che ritengo una delle più prolifiche, ed allo stesso tempo breve buttata di funghi che mai ricordi.
Certo era prevedibile, considerato l’ingente calore immagazzinato dal terreno. Dopo le piogge della prima metà di Agosto, si è scatenato il festival del porcino nero (Boletus aereus) e dell’estatino (Boletus aestivalis)
I Boletus aereus, come accade spesso quando il calore nel terreno è notevole, si sono spinti fino a quote “faggio”, 1000 mt. e oltre
I porcini estivi hanno fatto faville nel basso faggio, rendendosi protagonisti di nascite numerose e a gruppi di più esemplari, segnale distintivo in condizioni ottimali per la crescita
funghi belli e sani
un fiorire continuo dalle foglie di faggio depositate a terra
esemplari già adulti
e tantissimi giovani
Tutto questo per pochi, pochissimi giorni, prima del vento forte e persistente che sempre più frequentemente manda in malora le migliori buttate, disidratando i funghi a vista d’occhio appena spuntati dal terreno, persino al riparo tra gli aghi delle abetaie, come nel caso di questo giovane Boletus edulis
Giornate tuttavia splendide dal punto di vista delle passeggiate: luce brillante e temperatura gradevole settembrina
Giorno dopo giorno anche i colori delle chiome iniziano a mutare
Il clima si rinfresca notevolmente e l’umidità condensa a quote sempre inferiori, arrivando ad avvolgere costantemente il crinale con un manto di nuvole basse
pochi i funghi tipici dell’Autunno
a volte ben accompagnati 😀
I colori divengono più vivaci
nonostante il freddo notturno, nel mirtillo si fa qualche incontro, pochi rispetto agli autunni passati
mentre sui prati, le mazze di tamburo spopolano come di consueto
I boschi sono sempre più rugginosi, e la voglia di salire fino al crinale è tanta
una volta lassù, con condizioni di forte vento e temperatura non propriamente estiva, la voglia passava rapidamente 😀
Qualche raggio di Sole filtra dalle nuvole ed illumina i boschi e il Passo della Cisa giù a valle
le nuvole e il sereno si alternano in preda al forte vento, qui il Monte Roccabiasca svetta luminoso tra le cime del Parco dei cento Laghi, giusto pochi giorni dalla prima nevicata che imbiancherà questa zona
Tra cerri e castagni le temperature, nonostante si siano rinfrescate molto di notte, non sono ancora tanto basse da spegnere il bosco. Il verde dei campi è ancora molto vivo
e di questi tempi nei prati non possono mancare le Lepiota, come queste Lepiota mastoidea
altro fungo che cresce in questo periodo è Clitocybe geotropa, a bordo campo nelle vicinanza delle siepi
Dentro il bosco nascono ancora molte specie, le Russola sono in gran forma, sopratutto queste piccole e “fragili” Russula fragilis, invasive nel castagneto
così come gli igrofori, in questo caso Hygrophorus russula, presente a gruppi numerosi
ma la buona notizia di quest’anno è stata la forte ripresa delle castagne, dopo anni di sofferenza a causa del cinipide galligeno del castagno, una vera calamità per i castagneti del nostro appennino. Finalmente, grazie all’introduzione di un predatore antagonista, pare si stia risolvendo questo problema che ha colpito i castagneti di gran parte d’Italia. Rivedere così tante castagne, e ritrovare l’ombra estiva sotto i castagni è stata proprio una bella emozione
Speriamo sia di buon auspicio per i tanti problemi ambientali che attanagliano il nostro appennino. Alla prossima!