L’antelope Canyon è uno dei canyon più famosi, visitati e fotografati degli Stati Uniti. Le visite al canyon avvengono soltanto tramite prenotazione di tour organizzati da guide indiane. Questa meraviglia paesaggistica si trova in Arizona, nel territorio della tribù indiana dei Navajo, nelle vicinanze della cittadina di Page, famosa anche per la grande diga Glen Canyon sul fiume Colorado.
Eccola nella sua imponenza: circa 240 mt.di altezza
Da qui, percorrendo qualche chilometro, è possibile raggiungere il punto in cui si lascia la strada asfaltata e si prosegue via deserto tramite mezzi fuoristrada per arrivare all’ingresso dell’Antelope Canyon. L’Antelope Canyon è diviso in due parti, l’Upper Antelope Canyon, e Lower Antelope Canyon. Quello da me visitato e di cui seguiranno immagini è l’Upper Antelope Canyon. In lingua Navajo il nome con cui chiamano questo canyon significa “il luogo dove l’acqua scorre tra le rocce” e dalle immagini sarà facile intuirne il motivo.
L’ingresso all’Upper Antelope si presenta come una fenditura nella roccia del deserto
Appena entrati ci si trova di fronte a stretti passaggi tra rocce striate di una bellezza indescrivibile
Alzando gli occhi verso l’alto c’è tutto un mondo da scoprire, fatto di geometrie e curve perfette
Il nome di questo canyon pare derivi dalle numerose greggi di antilocapre americane (pronghorn) che pascolavano in questa zona. Veniva inoltre utilizzato dagli indiani Navajo per fare pascolare le mandrie durante l’Inverno. Chissà cosa avranno pensato i bovini vedendo un posto del genere ?! 🙂
La formazione di questo canyon, è dovuta essenzialmente all’opera di erosione della roccia da parte dell’acqua piovana durante le frequenti alluvioni nella stagione delle pioggie. Durante queste alluvioni l’acqua correndo sul terreno accumula sabbia e detriti del deserto prima di infiltrarsi a forte velocità negli stretti passaggi del canyon, modellandolo continuamente.
Infatti non è difficile scorgere segni di queste alluvioni che possono colmare l’intera altezza del canyon. Questo, uno dei tanti tronchi rimasto incastrato durante una di queste inondazioni
Percorrere questi passaggi angusti è una continua scoperta di forme e giochi di luce
Questa fotografia è stata scattata dalla guida indiana che accompagnava il mio gruppo. Mi ha chiesto la fotocamera, si è seduto a terra, obiettivo rivolto verso l’alto, e senza nemmeno guardare nel mirino, click. Poi si è rivolto verso di me e chiede: “do you see the boot (lo vedi lo stivale)?”. Io, stranito, rispondo candidamente: “no?!” 🙂 Soltanto dopo avere scaricato le immagini ho ben riconosciuto lo stivalone di roccia 🙂
Volendo, credo che in ogni angolo di questo meraviglioso canyon ci si possa vedere qualcosa di soggettivo
Le vecchie generazioni Navajo, si dice si fermassero di fronte all’ingresso del canyon, e cercassero di raggiungere la giusta pace interiore prima di addentrarsi in quello che loro ritenevano un luogo sacro. Quasi come dovessero intraprendere un viaggio spirituale
Nonostante la ressa che oggi popola questo canyon, è ancora comprensibile il motivo di tanto rispetto verso questo capolavoro geologico e naturale
Un luogo ricco di tratti colorati quasi fosse un dipinto
con aperture e scorci di luce nei luoghi più disparati
Un regno di roccia e sabbia in costante evoluzione
dove la natura ha creato spazi e linee di passaggio forgiando il terreno
levigando e ammorbidendo profili altrimenti grezzi e spigilosi
Questo canyon, assieme a tante altre meraviglie, fa parte della sconfinata terra dei nativi americani Navajo: una terra arida e selvaggia, ma al tempo stesso ricca di fascino, costellata di veri e propri monumenti naturali.
Termina qui la visita in questo luogo magico e ricco di storia naturale, in attesa della prossime “puntate”….